Passo Classico

E’ quello più antico. Si effettua su pista con binari paralleli, un tempo battuti dagli sciatori, attualmente preparati quasi sempre meccanicamente.
Il passo classico è detto anche “passo alternato”, poiché si muovono braccia e gambe in modo alternato, come nella marcia. A differenza della marcia, pero’, nel fondo la spinta con la gamba in appoggio è molto forte ed imprime un’accelerazione al corpo, e quindi allo sci che scivola in avanti. Quando la spinta si è quasi spenta, viene appoggiato l’altro piede che a sua volta provvede alla successiva spinta. La spinta della gamba viene aiutata da quella del bastoncino effettuata dal braccio opposto alla gamba. La coordinazione tra spinta di gamba e di braccia richiede tecnica e pratica. Perché la spinta della gamba generi un’accelerazione verso l’avanti, bisogna che, al momento della spinta stessa, lo sci non scivoli sul terreno ma rimanga attaccato, anche se debolmente, alla neve.

Questo compromesso si raggiunge mediante l’uso delle scioline. La sciolina ottimale consente l’aggancio dello sci alla neve al momento della spinta: in termini fisici questo significa che esiste un attrito statico sufficientemente elevato da non far scivolare indietro lo sci; successivamente, si ha la scivolata e in questa fase la sciolina deve garantire un basso coefficiente di attrito dinamico. Il coefficiente di attrito dinamico è sempre inferiore a quello statico, tuttavia esiste una correlazione tra i due coefficienti. Infatti, se la sciolina “attacca” molto, la spinta è facile ma la scivolata è scarsa. Se la sciolina “attacca” poco, lo sci scivola indietro in fase di spinta ma scorre bene sulla neve. Il fondo a passo classico è una disciplina dove eccelle la componente tecnica, infatti il gesto atletico nella sua semplicità richiede grande efficienza, in questo caso il costo energetico è relativamente basso, circa 1 kcal/(kg x km). Se l’esecuzione è scadente il costo energetico può aumentare di tre- quattro volte e questo spiega il rapido esaurimento di chi non possiede la tecnica.

L’uso delle scioline richiede conoscenza e astuzia, ma le regole sono in fondo abbastanza semplici.
Prima regola: la scelta della sciolina dipende dalla temperatura della neve in superficie; quindi basta leggere sulla confezione e scegliere quella che meglio si adatta alla temperatura ambiente.
Seconda regola: bisogna considerare il tipo di neve, e da questo punto di vista esistono due categorie di scioline, quelle dure (o stick) e quelle molli in tubo (dette klister). La neve giovane ha un cristallo piccolo, infatti è soffice, polverosa; in questo caso bisogna usare scioline dure. Con il passare del tempo e con le escursioni termiche la neve “invecchia”, si formano grossi cristalli e la neve diventa dura, ghiacciata sotto zero, oppure pastosa e pesante se la temperatura sale sopra lo zero (questo si verifica soprattutto in primavera). In questo caso si usano scioline molli e vischiose in tubetto; la loro applicazione comporta un certo incollamento e sporcamento di mani.
Un’altra regola è che di norma non è possibile applicare una sciolina per neve molto fredda su una sciolina per neve meno fredda applicata precedentemente. Grosse difficoltà esistono anche per i migliori sciatori con neve fresca e temperatura intorno allo zero: c’è chi dice che conviene stare davanti al camino, infatti o lo sci scivola indietro o si fa lo “zoccolo”, due casi opposti, insomma, ma ugualmente ostici

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